Palazzo di Mimiani
11 Gennaio 2024I Moncada ottennero Caltanissetta in cambio di Augusta, che fu ceduta alla Corona nel 1407.
L’arrivo della famiglia nella cittadina segnò il consolidarsi della crescita demografica e urbana al di fuori delle mura medievali, grazie ad una fiorente economia cerealicola. Dopo l’acquisizione del titolo di principi di Paternò nel 1566, Caltanissetta fu una rinomata corte.
In questo stesso periodo furono tracciati i nuovi quartieri rinascimentali e fu abbandonata la piazza medioevale, identificabile con largo Vicaria. Il disegno della nuova piazza, oggi nota come piazza Garibaldi e all’epoca come piano dila Nuntiata, diede forma ad uno spazio più rappresentativo (Fig. 1).
Il piano dila Nuntiata ha una forma a trapezio con alla base la Chiesa di Santa Maria Annunciata. Il riordino dei fronti iniziò nel 1579, con la concessione alla confraternita del SS. Salvatore di due chiese, vicine al convento dei Carmelitani. Sulle due strutture contigue fu innalzato un unico edificio dedicato al SS. Salvatore, allineato alla vicina Chiesa di San Paolino. Una seconda trasformazione avvenne nel 1664 ed interessò il fronte della Chiesa di San Sebastiano (Fig. 2), arretrato rispetto alle vicine botteghe del monastero di Santa Croce. In occasione dell’apertura al culto di Santa Maria la Nova, fu realizzata nel 1621 una fontana ad opera di Francesco e Antonino Nicolosi. L’opera, oggi perduta, fu commissionata dal principe Antonio Moncada e dai giurati. Nel 1666 fu deciso di edificare la casa dell’università accanto alla Chiesa Madre.
All’apertura della piazza seguì quella dello ‘Stradone’, aperto nel 1588 che sarà poi detto del Collegio, poiché qui si edificò il collegio della Compagnia di Gesù, la cui fondazione fu supportata dai Moncada nel 1589 (Fig. 3). A redigere il progetto del Collegio gesuitico fu l’architetto Alfio Vinci, poi rielaborato nel 1602 da Natale Masucci e successivamente da Francesco Costarella. Nel 1617 si decise di costruire la Chiesa su progetto dell’architetto Tommaso Blandino, ponendone la facciata principale a fondale dello Stradone.
In occasione dei lavori di ampliamento e di rettifica del moderno asse urbano, i Moncada trasferirono sullo Stradone la loro residenza, abbandonando il palazzo posto sulla piazza medioevale. Il nuovo edificio venne ad occupare il centro del fronte laterale del rettifilo. Nel 1649 il principe Luigi Guglielmo decise di far edificare nel giardino del palazzo un edificio di più ampie dimensioni, che si sarebbe dovuto unire al precedente, dando forma ad un impianto a blocco quadrangolare con corte di matrice romana. Il cantiere della nuova dimora, sviluppatosi tra il 1650 e il 1662, richiamò in città l’architetto e scultore Carlo D’Aprile e maestranze provenienti da Palermo, come Lucio Tudisco e Giovanni Battista Ferrero (Fig. 4).
Dopo il 1662, il palazzo non registrò alcuno sviluppo per il trasferimento a Madrid nel 1659 di Luigi Guglielmo. Benché lontano dai suoi possessi siciliani, il principe non dimenticò lo Stato di Caltanissetta e il suo palazzo, proibendone perfino nel suo testamento la vendita. Il figlio Ferdinando però non mostrò interesse verso il completamento della fabbrica.
Tratto da: G. Giugno, Lo Stato feudale di Caltanissetta. Fabbriche, maestranze e cantieri, In G. Giugno (a cura di), Città Moncadiane. Architettura Potere e Territorio, Edizioni Lussografica, Caltanissetta 2023, pp. 85-100.